La storia dell'Ave Maria di Schubert
La storia inizia da qui: nel 1810 Sir Walter Scott aveva scritto un lungo poema narrativo intitolato ''The Lady of the Lake'' (La donna del lago), ispirato alle saghe scozzesi.
Nel racconto, l'eroina Ellen Douglas, che per fuggire ai pericoli si nasconde in una grotta, prega cantando ''Hymn to the Virgin'', un inno alla Vergine (canto 3, stanza 29 del poema).
Philip Adam Storck tradusse il poema in tedesco e lo pubblicò a Essen nel 1819. Tale traduzione divenne il libretto del ciclo di sette lieder del musicista Franz Schubert ''Liederzyklus vom Fräulein vom See'' (Ciclo di canzoni dalla Signora del Lago) composto nel 1825; l'Inno alla Vergine diventò "Ellens dritter Gesang" ("Terza canzone di Ellen").
L'anno seguente il ciclo fu riedito col titolo ''Sieben Gesänge aus Walter Scotts Fräulein vom See'' (Sette lieder dalla Donna del Lago di Walter Scotts) op. 52, con entrambi i testi sia quello in tedesco di Storck sia l'originale inglese di Scotts: l'operazione fruttò un ottimo compenso per il musicista.
La dolce melodia del terzo lieder, supportata da un perfetto arpeggio al pianoforte, fu ovviamente concepita per voce femminile, ma divenne subito famosissima ed apprezzatissima nell'interpretazione del baritono Johann Michael Vogl, grande amico di Schubert.
In seguito il brano prese ad essere eseguito con le parole della preghiera latina Ave Maria; peraltro l'adattamento di un testo troppo breve costringe anche a numerose ripetizioni delle frasi.
Oggi è una delle musiche ''classiche'' più conosciute e viene cantata (col testo in latino o nelle varie lingue moderne) e suonata da artisti di ogni estrazione e tendenza, a volte trova pareri contrari riguardo alla sua collocazione all'interno delle liturgie, dove non è sempre tollerata, data la sua origine ''profana'.
Si legga il riguardo questo articolo
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- Franz Schubert (1797 – 1828) compose un nutrito numero di opere sacre, non molto conosciute, la cui produzione coprì tutto l'arco della sua breve vita
La religione fu una presenza costante nella vita di Schubert: il musicista si confrontò a lungo con i temi teologici e Il rapporto - anche se conflittuale - con la fede costituì un tema importante della sua vita creativa, tanto da fargli scrivere in un diario del 1824: ''È con fede che l'uomo prima entra nel mondo. Essa viene di gran lunga prima che la ragione e la conoscenza, poiché per capire qualcosa bisogna prima credere in qualcosa … La ragione non è altro che fede analizzata''.